Apr
14
Ven
“Lo spazio dentro” – Presentazione del volume di Sandro Vero @ BAM - Break nell'Abitato Moderno
Apr 14@18:30–19:30

Presentazione del volume di Sandro Vero, “Lo spazio dentro”.

Dialoga con l’autore Meno Occhipinti

La narrazione del neo-capitalismo contemporaneo, centrata sul paradigma dell’imprenditoria del sé, sfrutta le passioni, liofilizzate, sterilizzate, per portare al cuore del soggetto quella che Foucault definì la “strategia di soggettivazione”. L’intera filiera non richiede continue messe a punto: una volta che il processo si è reso naturale, quello che nel frattempo si è trasformato nell’individuo è parte di un meccanismo che è insieme semiotico, ideologico, comportamentale. Questo libro completa il viaggio lungo il percorso del mito contemporaneo, iniziato con Il Mito Infinito (Il Prato, Padova, 2016) e proseguito con Il racconto delle passioni” (Bonanno, Catania, 2019), che offre al capitalismo – nella sua vocazione “pubblicitaria” – il principale strumento di manipolazione delle coscienze.

 

 

 

Apr
20
Gio
“Dizionario dei soprannomi ragusani” – Presentazione del volume di Carmela Sgarioto @ Centro di socializzazione "C'è tempo"
Apr 20@18:30–19:30

Presentazione del volume di Carmela Sgarioto “Dizionario dei soprannomi ragusani” e della raccolta di poesie “Na vuci”.

Dialogano con l’autrice il professore Giorgio Flaccavento.

Una parola, a volte due. Tante ne bastano a raccontare una persona, le sue caratteristiche fisiche, il mestiere, il carattere, i vezzi, l’appartenenza familiare e tutta la sua storia. Una parola, a volte due, per tornare con la memoria a un’epoca lontana ma ininterrotta; assaporarne l’atmosfera ripassando in bocca  quelle parole per ripeterle o almeno tentare A “nciuria” è un’identità grande.  È innanzitutto una tradizione, popolare e vivida, affettuosa e ruvida. È il sunto, minimo e un po’ sprezzante di una persona o di una famiglia intera, in tutte le sue generazioni. È un nome, con tutto il potere evocativo che solo i nomi  possiedono. Quest’opera ha il merito di approfondire la nostra storia per restituircene una parte unica; un pozzo che penetra e riporta in superficie. Da ragusano, posso affermare che queste sono pagine preziose per la nostra comunità. (Peppe Cassì, Sindaco di Ragusa)

 

 

 

 

 

Na vuci è la prima raccolta poetica di Carmela Sgarioto. Essa è composta da trentasei liriche in dialetto ragusano, che possono essere classificate, tematicamente, sotto un’etichetta unica: poesie d’amore. Ma diverso è l’amore delle prime  ventisei liriche rispetto a quello delle ultime sette. Le prime hanno per oggetto la persona amata, la persona del cuore, e le vicende di una vita non sempre felice, le seconde, invece, guardano con amore al
tempo della giovinezza e alle persone care. Poesie della memoria, nell’un caso e nell’altro, perché la persona o le persone amate, i luoghi evocati, gli ambienti e i quartieri di Ragusa, le persone che quegli ambienti hanno riempito lasciando traccia nella memoria di un’attenta fanciulla, non sono più le persone e i luoghi del presente, ma appartengono al passato.

Apr
24
Lun
“Gli stracci blu” – Presentazione del volume di Baky Meité @ Biblioteca Navarria Crifò
Apr 24@18:30–19:30

Presentazione del volume di Baky Meité “Gli stracci blu”.

Dialoga con l’autore il giornalista Roman Henry Clarke.

In queste pagine non c’è solo il racconto di uomo che ha dato parte del suo tempo (forzatamente) libero per aiutare chi in quel periodo stava cercando di sconfiggere il Covid quando stava iniziando a mietere le prime vittime. In questo libro ci sono anche i ritratti di chi, pur non essendo sotto i riflettori della ribalta mediatica, ha dato il suo importante contributo perché il contagio non si propagasse. Conosceremo così Soued, Mariam, Couz, Sara, quelle persone cioè che sono apparse nei telegiornali, quelle per le quali non si sono sprecati applausi, ma anche Hélène, Olivier e quanti si trovavano in ospedale perché anziano, costretti a combattere con il virus e non sempre uscendone vincitori. Baky ha indossato le vesti di puliziere solo per un paio di mesi, forse pochi, ma sufficienti perché queste pagine possano essere sfogliate come tante fotografie di persone, oggetti, ambienti, per non dimenticarli. Perché, se il mare è formato da tante gocce d’acqua, ciascuno di noi è una di quelle gocce che lo formano.

 

 

 

 

Presentazione organizzata in collaborazione con la BIBLIOTECA NAVARRIA CRIFO’

 

 

Apr
26
Mer
“Gli stracci blu” – Presentazione del volume di Baky Meité @ Centro Commerciale Culturale
Apr 26@18:30–19:30

Presentazione del volume di Baky Meité “Gli stracci blu”.

Dialoga con l’autore il giornalista Salvatore Cannata.

In queste pagine non c’è solo il racconto di uomo che ha dato parte del suo tempo (forzatamente) libero per aiutare chi in quel periodo stava cercando di sconfiggere il Covid quando stava iniziando a mietere le prime vittime. In questo libro ci sono anche i ritratti di chi, pur non essendo sotto i riflettori della ribalta mediatica, ha dato il suo importante contributo perché il contagio non si propagasse. Conosceremo così Soued, Mariam, Couz, Sara, quelle persone cioè che sono apparse nei telegiornali, quelle per le quali non si sono sprecati applausi, ma anche Hélène, Olivier e quanti si trovavano in ospedale perché anziano, costretti a combattere con il virus e non sempre uscendone vincitori. Baky ha indossato le vesti di puliziere solo per un paio di mesi, forse pochi, ma sufficienti perché queste pagine possano essere sfogliate come tante fotografie di persone, oggetti, ambienti, per non dimenticarli. Perché, se il mare è formato da tante gocce d’acqua, ciascuno di noi è una di quelle gocce che lo formano.

 

 

 

 

 

Presentazione organizzata in collaborazione con il PANATHLON CLUB di Ragusa

 

 

Apr
27
Gio
“Gli stracci blu” – Presentazione del volume di Baky Meité @ Hmora, aperitive, beer and win cafè
Apr 27@18:30–19:30

Presentazione del volume di Baky Meité “Gli stracci blu”.

Dialoga con l’autore il giornalista Prospero Dente.

In queste pagine non c’è solo il racconto di uomo che ha dato parte del suo tempo (forzatamente) libero per aiutare chi in quel periodo stava cercando di sconfiggere il Covid quando stava iniziando a mietere le prime vittime. In questo libro ci sono anche i ritratti di chi, pur non essendo sotto i riflettori della ribalta mediatica, ha dato il suo importante contributo perché il contagio non si propagasse. Conosceremo così Soued, Mariam, Couz, Sara, quelle persone cioè che sono apparse nei telegiornali, quelle per le quali non si sono sprecati applausi, ma anche Hélène, Olivier e quanti si trovavano in ospedale perché anziano, costretti a combattere con il virus e non sempre uscendone vincitori. Baky ha indossato le vesti di puliziere solo per un paio di mesi, forse pochi, ma sufficienti perché queste pagine possano essere sfogliate come tante fotografie di persone, oggetti, ambienti, per non dimenticarli. Perché, se il mare è formato da tante gocce d’acqua, ciascuno di noi è una di quelle gocce che lo formano.

 

 

 

 

 

Presentazione organizzata in collaborazione con il SYRAKO RUGBY CLUB

 

 

Apr
29
Sab
“Giovanni Spampinato” – Presentazione del volume di Salvatore Spampinato @ Chiostro delle Grazie
Apr 29@18:00–19:00

Presentazione del volume di Salvatore Spampinato “Giovanni Spampinato”.

Interverranno:
– Salvatore Spampinato
– Angelo Di Natale (giornalista)
– Pippo Pollara (presidente onorario ANPI Vittoria)
– Gianni Battaglia (presidente provinciale ANPI Ragusa)
– Giuseppe Scifo (presidente provinciale CGIL)

Giovanni Spampinato era corrispondente da Ragusa dei quotidiani L’Ora e L’Unità e aveva 25 anni quando, il 27 ottobre 1972, fu assassinato all’interno
della sua Cinquecento, davanti al carcere di Ragusa, da Roberto Campria, figlio dell’allora presidente del locale tribunale, e tra i maggiori indiziati per l’omicidio del commerciante di opere d’arte Angelo Tumino, avvenuto in città otto mesi prima. L’Ora l’indomani titolò “Assassinato perché cercava la verità” e la verità che cercava Giovanni non era solo quella che riguardava l’assassinio del Tumino ma anche, e forse soprattutto, quella relativa ai rapporti tra le organizzazioni di estrema destra (in quei giorni fu notata la presenza a Ragusa  di Stefano delle Chiaie e di altri fascisti legati in qualche modo a Junio Valerio Borghese, che due anni prima aveva tentato un colpo di stato) e la criminalità organizzata. Forse, quella che è da tutti conosciuta come la provincia “babba”,  stupida, cioè senza mafia, così stupida non era. Anche su quello Giovanni stava indagando, sulla convergenza tra neofascismo e criminalità, ed è in quell’ambiente che probabilmente bisogna cercare il movente del suo omicidio. Ad oggi, del delitto Tumino non si conoscono né esecutore né movente.

 

 

 

 

 

Mag
5
Ven
“Le fiuredde” – Presentazione del volume di Saverio Ricordo e Alessandro Turtulici @ Auditorium Carlo Pace
Mag 5@19:00–20:00

Presentazione del volume di Saverio Ricordo e Alessandro Turtulici, “Le fiuredde”.

Saluti:
– S.E. Mons. Giuseppe La Placa, Vescovo della Diocesi di Ragusa
– Maria Stella Micieli, Presidente Pro Loco di Comiso
– Tina Vittoria D’Amato, Presidente Club per l’Unesco di Comiso

Presentazione:
– Maria Rita Schembari, sindaco di Comiso

Relatori:
– Saverio Ricordo
– Alessandro Turtulici

Moderatrice:
– Laura Incremona, giornalista

 

Conversando qualche giorno fa con una mia collega insegnante, convenivamo assieme su quanto di singolare accada a chi, per mestiere e per passione, ha quotidiane frequentazioni con la letteratura: tutto ciò che una persona tale vive, le sue esperienze, i pensieri, le parole proprie o altrui assumono una doppia valenza. Valgono per se stessi, in quanto fatti e accadimenti della realtà, ma rimandano al contempo a passi di romanzi, o a scene drammatiche, più spesso ancora a versi, comunque ad una “realtà dell’immaginazione” che dona loro un valore ulteriore, imponderabile ed inestimabile. Confesso che capita di frequente anche a me, e che è successo anche quando il magnifico gruppo di lavoro che ha dato vita a quest’opera è venuto a propormi di riflettere e scrivere qualche riga di presentazione in qualità di primo cittadino. La mia memoria, sollecitata dal tema delle “fiuredde”, è corsa a cercare tra i versi di un poeta dialettale che al rapporto tra un cieco e il Cristo di un’edicola di Trastevere dedica alcuni dei suoi più intensi sonetti. Un cieco – canta Trilussa nei suoi endecasillabi in romanesco – si ferma ogni giorno all’angolo di una via, tastando con il bastone il punto esatto, laddove la madre da bambino gli diceva ci fosse un’immagine di Gesù, esortandolo a pregare lì davanti e a non temere mai, nemmeno l’oscurità a cui era condannato. Il cieco ormai adulto non sa che quell’edicola è stata smantellata da qualche tempo, che le statuette dei puttini che la abbellivano, così come le altre sue parti più pregevoli, sono andate vendute da vari rigattieri a danarosi acquirenti, e allorché sente di essere giunto davanti al suo Cristo “si ferma, fa un inchino, recita un Paternostro e rivà via”. La realtà è che in quello stesso punto da alcuni mesi insiste un’insegna d’osteria, che illuminata in rosso invita gli avventori a gustare del buon vino. Certo il contrasto tra il trasporto fiducioso del cieco e la prosaicità del luogo ormai spogliato della sacralità popolare di un tempo è grande, tanto da suscitare il riso dell’ostessa, che sarebbe tentata di svelare al poveretto la triste verità, “ma quann’è ar dunque, nun se sa’ decide”: saggiamente la donna pensa – alle preghiere sincere di un uomo Dio risponde con immediata liberalità, “senza guarda’ la mostra de bottega”. È proprio così, alcune delle immagini sacre fotografate da Gaetano, catalogate e commentate da Alessandro con la guida sapiente e dotta del Maestro Saverio Ricordo, sono ormai parzialmente danneggiate o completamente abrase. Eppure, esse continuano a donarci un confortante senso di appartenenza ad una Fede semplice ed immediata, che in un percorso fisico lungo strade cittadine o viottoli di campagna, tra immagini del Cristo, di Madonne Annunciate o Addolorate, di Santi oranti e miracolosi, ci dona l’impareggiabile illusione di essere parte di qualcosa che c’è da sempre e che, se solo ce ne prendiamo cura, continuerà ad esserci per sempre, in questo cammino terreno che ci è toccato di compiere proprio qui e proprio ora.

 

 

 

 

 

Mag
7
Dom
“Profumi d’Istanbul” – Presentazione del volume di Marinella Tumino @ Atelier Pannyblack
Mag 7@18:30–19:30

Presentazione del volume di Marinella Tumino “Profumi d’Istanbul”.

Dialoga con l’autrice la giornalista Giada Giaquinta

Greta Durante, insegnante di Lettere, decide di lasciare la Sicilia, sua terra di origine, e accetta l’incarico di docenza presso un liceo italiano a Istanbul, una nuova esperienza da vivere senza se e senza ma. Una storia di sogni, di scelte, d’amore e di speranze in cui si tramano i profumi, i sapori e i colori della Turchia con
quelli della sua amata Isola. Un effettivo incontro tra due mondi, Oriente e Occidente, in cui si trovano diversità, ma anche tante assonanze. Profumi d’Istanbul è un invito a inseguire i sogni, ad andare oltre le valutazioni altrui in modo da sentirsi liberi di essere sempre se stessi con tutte le sfumature possibili, oltre il tempo, oltre i
solchi della pelle e dell’anima….

Mag
11
Gio
“Palora di zio Duccio” – Presentazione del volume di Aure Zen @ Sala "Le Divanoo"
Mag 11@18:00–19:00

Presentazione del volume di Aure Zen “Palora di zio Duccio”.

Presentano Giovanni Failla e Meno Occhipinti.

Letture a cura di Nicolas Michel, Salvatore La Tona, Simona Bellante

Musica a cura di Francesco Less, Salvatore Nocera, Davide Campisi, Domenico Autolitano.

Aure Zen ha scritto le lettere dello zio Duccio nei primi anni del duemila, per pubblicarle sul periodico online Operaincerta.it quando già aveva lasciato la Sicilia. Malgrado ciò, il suo punto di vista sulle cose siciliane, è rimasto lucido, affilato, dissacrante. Sullo sfondo di una Sicilia spesso corrotta, collusa, omertosa, lo zio Duccio mette in ridicolo i miti dell’onorata società e ne smonta i meccanismi. Oggi, le lettere dello zio Duccio sono state raccolte in questo agile volumetto bilingue nel quale Aure Zen scava fra storie vecchie di vent’anni che risultano ancora attuali, quelle di una Sicilia in cui la speranza è l’ultima a morire, chi l’ha uccisa è
latitante e i mandanti ancora occulti.

 

 

 

 

 

Mag
16
Mar
“Giovanni Spampinato” – Presentazione del volume di Salvatore Spampinato @ Aula consiliare
Mag 16@17:00–18:00

Presentazione del volume di Salvatore Spampinato “Giovanni Spampinato”.

Dialoga con l’autore il giornalista Angelo Di Natale

Giovanni Spampinato era corrispondente da Ragusa dei quotidiani L’Ora e L’Unità e aveva 25 anni quando, il 27 ottobre 1972, fu assassinato all’interno
della sua Cinquecento, davanti al carcere di Ragusa, da Roberto Campria, figlio dell’allora presidente del locale tribunale, e tra i maggiori indiziati per l’omicidio del commerciante di opere d’arte Angelo Tumino, avvenuto in città otto mesi prima. L’Ora l’indomani titolò “Assassinato perché cercava la verità” e la verità che cercava Giovanni non era solo quella che riguardava l’assassinio del Tumino ma anche, e forse soprattutto, quella relativa ai rapporti tra le organizzazioni di estrema destra (in quei giorni fu notata la presenza a Ragusa  di Stefano delle Chiaie e di altri fascisti legati in qualche modo a Junio Valerio Borghese, che due anni prima aveva tentato un colpo di stato) e la criminalità organizzata. Forse, quella che è da tutti conosciuta come la provincia “babba”,  stupida, cioè senza mafia, così stupida non era. Anche su quello Giovanni stava indagando, sulla convergenza tra neofascismo e criminalità, ed è in quell’ambiente che probabilmente bisogna cercare il movente del suo omicidio. Ad oggi, del delitto Tumino non si conoscono né esecutore né movente.