Marinella Tumino – Bar del professore
15,00€
Data di Pubblicazione: ottobre 2025
979-12-82192-20-9
Pagine: 246
La scuola amata, detestata, elogiata e criticata: la scuola suscita sempre emozioni diverse, ma nessuno può rimanerne indifferente perché essa è luogo di incontri, di socialità e di formazione. La scuola si sviluppa in una quotidianità che non è mai banale, ritmata solo dallo scorrere del tempo, ma intrisa di storie personali, degli alunni e dei docenti; storie personali dense di vissuto e dell’agire didattico. Caro lettore, cara lettrice, nelle pagine che seguono vi propongo un anno scolastico, appunto, di quotidianità, un anno ricco di storie, avventure, sgambetti maldestri, speranze, l’anno che ha fatto da cuscinetto tra il periodo Covid e la normalità, raccontato in modo speculare e complementare dalla professoressa Marta T., insegnante di Lettere, e da Dario, uno studente prossimo alla maturità. Dopo un anno e mezzo di pandemia e di brutture, il suono della prima campanella invita a correre ai ripari e a cogliere la bellezza nelle piccole cose per potersi ricaricare e affrontare un nuovo anno scolastico, il terzo al tempo dell’era Covid. Gli studenti hanno vissuto malissimo i mesi di lockdown e quelli successivi tarlati dalla pandemia, talvolta hanno mollato anche la scuola. È necessario, dunque, ripartire e riprendere i contenuti tralasciati, ma ciò che è fondamentale è il bisogno di recuperare la socialità, di curare le relazioni interpersonali, di vivere in gruppo la quotidianità. E gli insegnanti sono pronti a stare accanto a loro, ma anche davanti, per guidarli ad affrontare un nuovo anno scolastico, una nuova avventura, un ennesimo tassello della loro vita. La scuola è comunità in cui diventa basilare accorgersi dell’altro, confrontarsi, ma anche scrutarsi dentro per comprendere e affrontare ciò che c’è fuori. La scuola è soprattutto reciprocità, momento di crescita per docenti e discenti, è vita in divenire. Si tratta di un’opera di pura fantasia, tuttavia i personaggi e i fatti narrati appartengono indiscutibilmente al mondo della scuola di ieri, di oggi, di sempre. Allora, buon anno scolastico e, soprattutto, buona lettura!






Giuseppe Nativo –
Marinella Tumino non ha bisogno di presentazione. È scrittrice e poetessa iblea (ma anche insegnante di Lettere; ricercatrice indipendente nel campo della Shoah). Di recente ha ottenuto il riconoscimento “Donne che creano spazio – Sezione Cultura” promosso dalla Consulta Femminile del Comune di Ragusa.
Il libro – fresco di stampa – è un’opera di pura fantasia, come dichiara l’autrice in seconda di copertina. I personaggi narrati appartengono al mondo della Scuola.
Che cos’è la Scuola? È un luogo dove si imparano le nozioni e, al tempo stesso, si cresce come persone e in questo la nostra ne è testimone.
Poi ci sono gli insegnanti, i prof, sorta di compagni di vita degli studenti. Ogni docente lascia un segno: è quello che ha ascoltato silenzi che dicevano più di mille parole; ha mostrato che la conoscenza non serve solo a superare un’interrogazione, ma è uno strumento per capire la realtà, per costruire il nostro posto nel mondo. In buona sostanza, essere insegnanti non è solo un mestiere, è una responsabilità, una missione, un atto d’amore verso il futuro.
In questo Marinella ha dato – e continua a dare – un ottimo esempio.
Tutti questi ingredienti – e tanti altri – si trovano nel libro e sono mirabilmente introdotti da una bellissima immagine di copertina che, sicuramente, riesce ad essere familiare ad ogni lettore. Tre diverse dimensioni del vivere quotidiano che si intrecciano, si fondono: saletta che ha il sapore di lettura (si intravede uno scaffale laterale pieni di libri), mantiene l’odore di bar-caffetteria (sullo sfondo bancone con dietro bibite e analcolici), conservando la natura di luogo di aggregazione dove poter chiacchierare (con tavolini e sedie); in primo piano un tavolino su cui poggiano gli ingredienti delle citate dimensioni: cornetto, bibita, libro e occhiali da lettura. In tal modo, Enrico, figlio dell’autrice, ha voluto evocare – attraverso una composizione grafica semplice ma efficace – alcuni momenti dell’impalcatura narrativa.
I personaggi narrati si tingono di esperienza, come pennellate di colore o chiaroscuri messi in evidenza da una sorta di macchina da presa narrativa. Loro punto di incontro è un luogo condiviso, una sorta di valvola di sfogo, dove si intrecciano “i pensieri spettinati di studenti e professori” e il tutto attraverso un testo fluido e, non di rado, “con un linguaggio cadenzato da rintocchi giovanili e slang a tutto tondo immersi nella loro sintassi sbalconata, aperta, giovanilese e gravida di espressività”.
L’autrice rintraccia l’essenza della vita cogliendo l’incanto di un cammino sulla linea del tempo della scuola frammento di quotidianità condivisa, dove sentimenti e turbinio di emozioni, coinvolgendo il lettore, si sublimano e diventano testimonianza di stati d’animo universali.
Giuseppe Nativo
Lischi Elena –
Ho letto il libro in due giorni tanto le storie dei protagonisti mi hanno appassionato. L’autrice Marinella ha saputo narrare vicende e stati d’animo in maniera semplice e scorrevole anche se i temi affrontati riguardavano importanti spaccati di vita quotidiana . Consiglio vivamente la lettura
Sara Tumino –
Il romanzo offre un affascinante viaggio nella scuola vista da due prospettive apparentemente distanti ma profondamente legate: quella di una professoressa e quella di uno studente. Le loro voci si alternano e si intrecciano, creando un doppio sguardo che illumina il medesimo mondo da angolazioni diverse.
Da un lato c’è la protagonista, un’insegnante appassionata che vive la classe come un luogo di possibilità, responsabilità e continue domande. Dall’altro c’è uno studente che affronta le tempeste tipiche dell’adolescenza: incertezze, paure, ricerca di sé e bisogno di essere visto davvero.
Il romanzo mostra come questi due mondi, spesso percepiti come opposti, si completino e si sostengano a vicenda. Gli insegnanti diventano guide e punti di riferimento; gli studenti, con la loro energia e vulnerabilità, ricordano ai docenti il senso più profondo del loro ruolo. Non mancano i problemi quotidiani, i conflitti, le incomprensioni, ma proprio attraverso questi ostacoli emergono le relazioni che cambiano, maturano e trasformano entrambi.
La scrittura, pur essendo in prosa, sfiora spesso la poesia. Le immagini, i dialoghi e le riflessioni sono impregnati di una delicatezza che rende ogni pagina un piccolo frammento di emozione. Il risultato è un romanzo che celebra la scuola come luogo di crescita reciproca e continua, dove insegnare e imparare diventano due forme diverse della stessa avventura umana.
Cinzia Nazzareno –
Bar del professore di MarinellaTumino edito da Opera Incerta è un viaggio all’interno delle emozioni e delle paure condivise durante una delle pagine nere del nostro passato recente…
E nella solitudine dei ruoli pervasa dall’incertezza del domani causata dal lockdown, Marta, la protagonista principale del romanzo, docente 2.0 trova sempre una soluzione ai problemi palesati da alunni e colleghi che si traduce spesso in una parola di conforto sapendo che confortare il prossimo vuol dire confortare e accarezzare se stessa esorcizzando così un presente che sembra eclissare il futuro.
Un romanzo che ripercorre delicatamente i sentieri impervi di un periodo particolarmente difficile e quindi per questo impossibile da dimenticare, quello del Covid 19 che ha reso tutti quanti un po’ più fragili ma non per questo deboli.
Un carosello di emozioni, fragilità, voglia di riappropriarsi della vita prima dei lunghi e penalizzanti mesi bui della pandemia.
Un libro sul diritto di sentirsi in armonia con il mondo dopo aver attraversato “l’inverno” più lungo della nostra vita e il desiderio incomprimibile di sperimentare mille altre “primavere”.
Grazie, Marinella per questo gioiello letterario che mi ha fatto rivivere sì un periodo triste ma pieno di riflessioni sull’importanza della libertà di movimento fisico e mentale e della libertà di poter vivere la nostra esistenza scevra dall’ angoscia di un domani senza neppure uno scoppio vitale.
Alla prossima meravigliosa esperienza letteraria, carissima amica.