Clicca per visualizzare la mappa
Quando:
20 Maggio 2022@18:00–19:00
2022-05-20T18:00:00+02:00
2022-05-20T19:00:00+02:00
Dove:
Centro Feliciano Rossitto
Via Ettore Maiorana
5 - Ragusa
Contatto:

Presentazione del volume di Carmela Sgarioto “Dizionario dei soprannomi ragusani” e della raccolta di poesie “Na vuci”.

Dialogheranno con l’autrice il professore Giorgio Flaccavento e l’onorevole Giorgio Chessari.

Una parola, a volte due. Tante ne bastano a raccontare una persona, le sue caratteristiche fisiche, il mestiere, il carattere, i vezzi, l’appartenenza familiare e tutta la sua storia. Una parola, a volte due, per tornare con la memoria a un’epoca lontana ma ininterrotta; assaporarne l’atmosfera ripassando in bocca  quelle parole per ripeterle o almeno tentare A “nciuria” è un’identità grande.  È innanzitutto una tradizione, popolare e vivida, affettuosa e ruvida. È il sunto, minimo e un po’ sprezzante di una persona o di una famiglia intera, in tutte le sue generazioni. È un nome, con tutto il potere evocativo che solo i nomi  possiedono. Quest’opera ha il merito di approfondire la nostra storia per restituircene una parte unica; un pozzo che penetra e riporta in superficie. Da ragusano, posso affermare che queste sono pagine preziose per la nostra comunità. (Peppe Cassì, Sindaco di Ragusa)

 

 

 

 

 

Na vuci è la prima raccolta poetica di Carmela Sgarioto. Essa è composta da trentasei liriche in dialetto ragusano, che possono essere classificate, tematicamente, sotto un’etichetta unica: poesie d’amore. Ma diverso è l’amore delle prime  ventisei liriche rispetto a quello delle ultime sette. Le prime hanno per oggetto la persona amata, la persona del cuore, e le vicende di una vita non sempre felice, le seconde, invece, guardano con amore al
tempo della giovinezza e alle persone care. Poesie della memoria, nell’un caso e nell’altro, perché la persona o le persone amate, i luoghi evocati, gli ambienti e i quartieri di Ragusa, le persone che quegli ambienti hanno riempito lasciando traccia nella memoria di un’attenta fanciulla, non sono più le persone e i luoghi del presente, ma appartengono al passato.