“Ragazzi scalzi in tour” incontra gli studenti di Pozzallo.
Sono sempre stata definita “nera”. Neri i miei capelli, neri i miei occhi, scura la mia carnagione. Ho sempre vissuto dentro schemi preconfigurati, galleggiando nelle mie certezze, sguazzando tra le mie convinzioni. Un giorno ricevo una chiamata: ho la possibilità di essere assunta presso la cooperativa sociale Filotea. Accetto. Vengo accolta da un rassicurante coordinatore. Bianco. Durante il nostro colloquio entra nella stanza un ragazzo, un mediatore culturale. Nero. Mi porge la sua mano per una stretta. Non ho mai dato la mano a un uomo di colore… mi alzo in piedi e gliela stringo. Non posso non rimanere rapita da quell’intersecarsi di dita, da quell’unione di due mani, di due mondi. Contemplo le nostre mani, una bianca e una nera, in quell’immagine da sempre vista su copertine di giornali o fotografie. Ma quella mano è la mia! Improvvisamente mi sento bianca. Avverto nel colore della mia pelle un candore mai sperimentato prima. Vedo la diversità ma non la sento. Percepisco, invece, la morbidezza di una mano spalmata di una vellutata crema, come la mia. Incrocio uno sguardo allegro, desideroso di fare amicizia, come il mio. Mi perdo in un sorriso sincero, genuino, come il mio. Inizia così il mio viaggio in Africa.
Presentazione del volume di Domenico Pisana “Carmelo Lauretta”.
Saluti istituzionali: Prof.ssa Maria Stella Micieli (Presidente Pro Loco Comiso) e Prof.ssa Tina Vittoria D’Amato (Presidente Club per l’Unesco di Comiso)
Modera il giornalista Antonello Lauretta
Interventi di Maria Rita Schembari (Sindaco di Comiso)
Letture di Gianni Battaglia (Regista e attore)
Intermezzi musicali a cura di Andrea Strada
Carmelo Lauretta, nato nel 1917 e morto l’11 settembre del 2011, è un figlio illustre di Comiso, e questa monografia a lui dedicata dal poeta e scrittore modicano Domenico Pisana, ne è una conferma. L’autore disegna tre orizzonti della personalità letteraria di Lauretta. Anzitutto quello poetico, ove Pisana offre al lettore un’analisi critica di diverse raccolte del poeta comisano, tutte intrise di interiorità e religiosità, nonché della capacità di Carmelo Lauretta di leggere, con magistrale ed efficace utilizzo del dialetto siciliano, la sua città, la terra iblea e la sua Sicilia, manifestando una cultura classica non comune e interpretando le inquietudini e i problemi della contemporaneità. Nel secondo orizzonte si staglia il Lauretta autore di novelle e racconti, la cui scrittura vibra di uno stile personale e affabulante, di un dettato narratologico dal quale trasuda il suo ardente desiderio di dialogo umano e di fraternità. Nel terzo orizzonte l’autore offre al lettore una parte della corrispondenza epistolare avuta con Carmelo Lauretta, dalla quale emerge il rapporto umano e di amicizia, intenso e fraterno, che lo stesso ha avuto con il poeta comisano dal 1985 fino al 2007. La bellezza della poesia di Carmelo Lauretta – afferma Domenico Pisana – sta tutta nella delicatezza dei sentimenti, nell’armoniosa e delicata vivacità dell’atto creativo, nello stile semplice e lineare, nella sua capacità di trasfigurazione della realtà e di comunicazione di valori umani e religiosi capaci di ricostruire spazi di un nuovo umanesimo.
Presentazione del volume di Sandro Vero, “Lo spazio dentro”.
Dialoga con l’autore Meno Occhipinti
La narrazione del neo-capitalismo contemporaneo, centrata sul paradigma dell’imprenditoria del sé, sfrutta le passioni, liofilizzate, sterilizzate, per portare al cuore del soggetto quella che Foucault definì la “strategia di soggettivazione”. L’intera filiera non richiede continue messe a punto: una volta che il processo si è reso naturale, quello che nel frattempo si è trasformato nell’individuo è parte di un meccanismo che è insieme semiotico, ideologico, comportamentale. Questo libro completa il viaggio lungo il percorso del mito contemporaneo, iniziato con Il Mito Infinito (Il Prato, Padova, 2016) e proseguito con Il racconto delle passioni” (Bonanno, Catania, 2019), che offre al capitalismo – nella sua vocazione “pubblicitaria” – il principale strumento di manipolazione delle coscienze.
Presentazione del volume di Maria Bruna Noto “Ragazzi scalzi”.
Sono sempre stata definita “nera”. Neri i miei capelli, neri i miei occhi, scura la mia carnagione. Ho sempre vissuto dentro schemi preconfigurati, galleggiando nelle mie certezze, sguazzando tra le mie convinzioni. Un giorno ricevo una chiamata: ho la possibilità di essere assunta presso la cooperativa sociale Filotea. Accetto. Vengo accolta da un rassicurante coordinatore. Bianco. Durante il nostro colloquio entra nella stanza un ragazzo, un mediatore culturale. Nero. Mi porge la sua mano per una stretta. Non ho mai dato la mano a un uomo di colore… mi alzo in piedi e gliela stringo. Non posso non rimanere rapita da quell’intersecarsi di dita, da quell’unione di due mani, di due mondi. Contemplo le nostre mani, una bianca e una nera, in quell’immagine da sempre vista su copertine di giornali o fotografie. Ma quella mano è la mia! Improvvisamente mi sento bianca. Avverto nel colore della mia pelle un candore mai sperimentato prima. Vedo la diversità ma non la sento. Percepisco, invece, la morbidezza di una mano spalmata di una vellutata crema, come la mia. Incrocio uno sguardo allegro, desideroso di fare amicizia, come il mio. Mi perdo in un sorriso sincero, genuino, come il mio. Inizia così il mio viaggio in Africa.